Film su Eluana, l'Udc "blocca" i fondi. Ma nessuno li chiede
Il documento proposto da Sasco trova consensi bipartisan. È anche sbagliato: cita un regolamento non più in vigore
Un’intenzione politica che diventa un autogol. I protagonisti sono 25 consiglieri regionali, su proposta dell’Udc. Con un ordine del giorno approvato in coda alla Finanziaria 2012, i centristi, ma anche esponenti di Pdl, Pd, Lega e Misto, hanno chiesto l’impegno della Regione [Friuli – Venezia Giulia, ndMW] a non finanziare il film di Marco Bellocchio che si ispira alla storia di Eluana Englaro. Un desiderata destinato a restare sulla carta. Perché, come spiega il presidente della Fvg Film Commission Federico Poilucci, una richiesta di contributo non c’è, il regolamento cui si riferisce l’ordine del giorno non è più in vigore e a stabilire i finanziamenti è una commissione composta da tre dirigenti della Regione. Che per altro, seguono regole e criteri approvati dal Consiglio regionale nel 2010 e quindi dagli attuali consiglieri…

Articolo completo a pagina 13 del Messaggero veneto (di Udine) di oggi, col riquadro:

Englaro: gesto consigliare di basso livello. Bellocchio andrebbe invece ringraziato
Definisce l’ordine del giorno presentato dall’Udc “uno strano marchingegno” e lo classifica come un “tentativo di basso livello”. Beppino Englaro è diretto, come sempre. Sostiene l’idea di Marco Bellocchio per le stesse ragioni di libertà e civiltà con cui ha condotto la battaglia per Eluana. “Tentare di ostacolare un artista del calibro di Bellocchio – afferma Englaro – mi pare un gesto di basso livello. Il regista si ispira alla vicenda di Eluana per esplorare un problema che riguarda tutti, bisognerebbe ringraziarlo, non mettergli i bastoni fra le ruote”. Englaro continua a guardare al Friuli come alla terra delle battaglie di civiltà e così inquadra la pellicola del regista Leone d’oro. E ancora ripete: “Questa vicenda non è contro nessuno, è per qualcuno. Eluana aveva idee chiarissime che andavano rispettate. È questo che ancora non si capisce e che manca – continua Englaro - il rispetto verso sé e verso gli altri. E cercare di ostacolare la libertà creativa con marchingegni strani è assurdo”.

In un post precedente: Blitz di Bellocchio a Udine, il 6 febbraio ciak per Eluana
Psico-albero di Natale
Il 46-enne Ian Richards di Aylesham, Kent, sta trascorrendo le feste in prigione, condannato a 18 mesi per avere usato come albero di Natale decorato una pianta di cannabis alta un metro e mezzo. Jail for man who grew cannabis 'Christmas tree'. A man who grew a large cannabis plant to look like a Christmas tree will spend the festive season in prison after police found his home-based drug factory. Ian Richards, 46, made the cannabis plant resemble a festive tree by growing it to 5ft tall and decorating it with brightly-coloured baubles. Police found it along with a small number of other cannabis plants when they raided his home in Aylesham, Kent [...] A judge at Canterbury Crown Court sentenced Richards to 18 months behind bars for drugs offences... Guardian
Una bambola di prima ministra
Cliccando su StarDoll puoi vestire e svestire (trascinando abiti e accessori col mouse) l'avvenente prima ministra danese Helle Thorning-Schmidt, che dal 1° gennaio presiederà l'UE. Prima di cominciare toglile la maglietta!
Le prugne non fan più cagare
Il parlamentare europeo Graham Watson (liberal-democratici) ha sfidato il commissario alla salute  John Dalli a una bella scorpacciata di prugne per verificarne egli stesso l'effetto dopo che una direttiva di Bruxelles ha vietato ai produttori di vantarne le proprietà lassative.

 
Buone feste con l'ennesimo gatto da trasporto pubblico. Da quando la sua padrona, la 44-enne signora Jeanes, si è trasferita vicino all'autostazione, il quindicenne Dodger ha preso a sua insaputa l'abitudine di viaggiare sugli autobus del Dorset per stare al caldo. Per una selezione di numerose notizie feline clicca QUI
Il primo Campionato mondiale di osservazione della vernice asciugarsi si terrà l'anno prossimo a Londra, con in premio un iPad e l'onore del titolo per chi resisterà più a lungo nell'attività ritenuta più noiosa del mondo: guardare la vernice asciugarsi. Per partecipare alla selezione dei finalisti scrivi agli organizzatori Local Traders quali sono il tuo record personale e il tuo colore preferito e perché.

Anal Virgin
Dopo la precedente, ecco un'altra notizia riguardante anche l'Arsenal. La televisione britannica Virgin TV ha installato un software che controlla non vi siano parolacce nella sua guida digitale ai programmi, ma il sistema si è dimostrato troppo zelante, censurando "La storia dei canali" in "The History of Ca**ls", il film "Hancock" in "Hanc**k" perché cock è il cazzo come dick, perciò ne è rimasto vittima perfino Charles D***ens, e quanto alla mia amata squadra londinese è diventata addirittura "A***nal"!!! (Arse in inglese britannico è come l'americano Ass, cioè culo)

Secondo il sito della radio TalkSport il calciatore gallese Aaron Ramsey dell'Arsenal porta sfiga ai cattivoni: Osama fu ucciso il giorno dopo che Ramsey segnò il gol vincente contro il Manchester United e Gheddafi il giorno dopo che Ramsey infilò la rete dell'Olympique Marsiglia. Ma è piuttosto TalkSport ad avere doti di preveggenza: nell'ottobre scorso pubblicava questa immagine sostenendo che Kim Jong-Il avrebbe conseguentemente dovuto temere la partita dell'Arsenal col Manchester City lo scorso fine settimana. Beh, stavolta Ramsey non ha segnato, e tuttavia il dittatore nord-coreano ha puntualmente tirato le cuoia...
Fotomodello ladro e poliziotto
La polizia di Amburgo ha speso 50mila euri in una campagna pubblicitaria di reclutamento con dei poster nelle stazioni ferroviarie e del metrò usando come testimonial quattro fotomodelli in uniforme, uno dei quali è stato riconosciuto da un passante come il ladro che gli ha rubato del denaro nell'agosto scorso.
Villaggio puffo. La cittadina di Júzcar, in Andalusía, è stata pagata dalla Sony Pictures per essere dipinta di blu allo scopo di promuovere il film sui puffi. Sarebbe stata poi ridipinta del bianco originale ma ai cittadini è piaciuto tenersela così. Articolo completo e altre foto nella versione inglese: Read this in English


Doppio intervallo musicale con gli scozzesi Texas di Sharleen Spiteri (Halo qui di sopra e In our lifetime in fondo al post) per la doppia ricorrenza della liberazione del poeta Piergiorgio Welby, attivista per il diritto a una morte dignitosa, e la nascita di questa sua nipotina segreta, vostra venerata Miss Virginia Welby, il cui pur singhiozzante blog dopo cinque anni è stabile su un pagerank 5 con oltre mille visite al giorno. Ma bando alle autocelebrazioni per ricordare invece il sommo poeta con alcuni brani selezionati da Ocean Terminal e dedicati a un suo tema ricorrente:

Questo amore non lo avevo cercato nelle corse convulse tra bar polverosi, nei caffè serviti in tazzine più sporche dei cessi alla turca e appartamenti anneriti dal fumo e dall'ombra del gasometro in disarmo. Non c'era spazio per guardare gli occhi o il culo di una donna, ma lei mi ha lasciato la scelta dei tempi; è tornata la FICA... (pagina 18)

A che cazzo serve uscire dalla fica se poi, appena hai raggiunto l'età della ragione, non fai altro che passare il tempo a inventarti stronzate per rientrarci dentro? (pagina 30)

... una fica diversa da quella della moglie, una fica metafisica, ultraterrena, una fica che succhia, tira, spinge, spreme le ultime gocce di un desiderio esausto, una fica che faccia gonfiare i coglioni secchi.

E con questa notevole fica siamo solo a pagina 37, per oggi basta fica e concludo con un altro tema ricorrente nell'eutanasico bardo, con tanti auguri di buone feste a tutti.

... è già la vita, la vita vera. La odio ma mi affascina, più cerco di evitarla e più mi coinvolge con le sue storie insensate, con le sue elucubrazioni da vecchia pazza seduta da sempre sugli scalini metafisici di universi contraddittori e incomprensibili, ruffiana assorta nei suoi maneggi improbabili, spudorata bestemmia nascosta dietro la parola DIO.

Police News
A police officer in the US city Miami went from being on patrol to being up a pole - when he accidentally drove his car up a wire connected to a telephone mast. He'd been leaning over to grab a pen when the accident happened. The policeman managed to climb out unhurt with the help of firefighters and even managed to have a laugh about it, as did many of his colleagues. The spectacle got local residents out talking and taking pictures. One woman even pulled up a chair and watched the entire rescue from her lawn, saying it was better than any movie... Bbc

Cleveland police called to their own staff party
Cleveland Police have been called out to their own Christmas party. More than 100 officers attended the CID event at the Staincliffe Hotel near Hartlepool on Thursday night. A woman not connected to the party phoned the police when two men shouted at each other, police said. Cleveland Police were unable to confirm claims that three cars and a dog section were deployed. Police said they could not substantiate any complaint and the investigation had been closed... Bbc

Police officer who drank during drink driving demonstration later arrested for drink driving
Wyckoff police charged a Midland Park officer with DWI after he flipped an ATV on a local street after participating in a drinking and driving demonstration. Officer Joseph B. Gaeta, 31, was behind the wheel of an ATV quad vehicle that crashed at the intersection of Godwin Avenue and Greenhaven Road just before 3:15 on Thursday afternoon, Wyckoff Chief Benjamin Fox said. Gaeta, a patrol officer in Midland Park, "had earlier been at the Bergen County Police Academy [in Mahwah] where he attended a class in DWI arrests taught by the New Jersey State Police," Fox said. "Gaeta was a controlled drinking subject in the class, during which he is given measured amounts of alcohol. Police officers attending the class have the opportunity to view the drinking subject take field sobriety tests while sober, and then again later in the day after alcohol is consumed, so as to measure the differences in their physical abilities," the chief said. "Gaeta was given a breath test while at the class that indicated his blood alcohol level was .13%. He was driven home from the police academy by another police officer," Fox said. "After returning home, Gaeta [illegally] drove a four wheel ATV vehicle on Godwin Avenue." He was trying to make a right onto Greenhaven Road when he lost control and flipped the vehicle, the chief said. Gaeta sustained serious facial injuries and was taken by the Wyckoff Volunteer Ambulance Corps to Hackensack University Medical Center, where he submitted a blood sample, Fox said. The chief said Gaeta was then charged with DWI, in addition to several motor vehicle offences... Cliffwood Pilot
Blitz di Bellocchio a Udine: il 6 febbraio ciak per Eluana
Ieri il regista con i tecnici in città per individuare le location del suo film. Scelti i primi protagonisti: saranno Alba Rohrwacher e Michele Riondino
[...] inevitabile location udinese de La bella addormentata, fiabesca insegna del suo film, quattro storie riconducibili al dramma di Eluana Englaro [...] il 3 febbraio 2009 Eluana è accolta alla Quiete, gli ultimi palpiti vitali prima dell'architettato addio alle 20.40 di lunedì 9. Il 6 febbraio 2012 è programmato il primo ciak. Un caso o una data voluta? [...] La Rohrwacher, trentaduenne fiorentina, è partita dall'Amore ritrovato di Mazzacurati (2004) e da allora non ha mai smesso di stupire. Il suo top resta Il papà di Giovanna di Pupi Avati alla pari con La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo [...] Articolo completo in apertura di Cultura e Spettacoli a pagina 49 del Messaggero veneto di oggi.

Nella pagina seguente dello stesso quotidiano, ma non disponibile nel web:
Pasolini aveva un progetto per morire
Zigaina e altri intellettuali rilanciano da Casarsa: amava la vita non corrisposto
[...] non un suicidio, ma un'organizzazione nel dettaglio del proprio trapasso. Un'ipotesi che il pittore Giuseppe Zigaina sostiene di avere colto nelle opere dello scrittore corsaro durante il loro lungo rapporto di amicizia [...] la volontà di porre fine alla propria vita con scelte precise: a caso sarebbe avvenuta a Ostia, termine che nella cultura cristiana significa sacrificio, di domenica e nel mese di novembre [...] "è un progetto di morte che nasce proprio al suo grande amore per la vita, un amore non corrisposto" [...] Ma rispunta un'altra pista: fu omicidio preordinato. L'eliminazione di Pier Paolo Pasolini fu il frutto di un'azione compiuta da professionisti, con una precisa regia che controllò e diresse tutte le fasi delle indagini successive, a partire dal depistaggio per avvalorare la tesi che a commettere il delitto fosse stato il solo Pino Pelosi. E' questa la tesi centrale di Nessuna pietà per Pasolini, pubblicato da Editori Internazionali Riuniti e firmato da Valter Rizzo, Stefano Maccioni e Simona Ruffini.
Cose da pazzi 

Come promesso, eccoci alle istruzioni per il sabotaggio di un altro reparto ospedaliero, nel mio caso riguardante un ospedale del medio Friuli ma l'esperimento è riproducibile ovunque ed esorto calorosamente i miei devoti seguaci ad imitarmi. Occorre prima di tutto farvici ricoverare, e nel mio caso è stato problematico perché lo psichiatra mi conosceva bene (è quello che mi prescriveva le benzodiazepine) e non mi avrebbe lasciato andare oltre il suo studio, per cui ho dovuto prima eliminarlo in un modo macchinoso consistente nel sedurre una delle sue infermiere, plagiarla e ipnotizzarla per farle tagliare la gola dello sventurato luminare scuoiandone la barba per conservarla come trofeo, ma i dettagli li vedremo un'altra volta dando per scontato che i lettori di questo blog siano ancora sconosciuti ai loro locali centri di salute mentale nonostante siano appunto  lettori di questo blog.

Per prima cosa occorre un numero di complici pari a quello dei pazienti residenziali meno uno, cioè sei per gli otto letti, sette dei quali occupati, nel caso di questo piccolo ospedale. Bisogna infatti avere l'accortezza, tramite opportuni lunghi appostamenti, di operare subito dopo che un paziente sia stato dimesso e quindi si sia liberato un posto per accoglierti, giacchè il tuo scopo apparente è quello di essere ricoverato. Per quanto mi riguarda non è stato difficile trovare entusiasti volontari dopo che nel reparto alcologia hanno sparso la voce che avrei offerto da bere i due anziani degenti miei complici dell'incursione in odontoiatria di cui al post precedente. Con questi due, lasciando gli altri quattro fuori in attesa, nascosti dietro gli alberi con ciascuno una bottiglia piena, ci si presenta alla reception di psichiatria sostenendo di essere convinti trattarsi dei propri genitori, e questo garantisce l'immediato ricovero d'urgenza, o quanto meno l'accesso al reparto, approfittando anche del fatto che gran parte del personale è assente per partecipare al funerale del primario sgozzato.

Una volta dentro sarebbe stato tutto semplice, rapido e indolore, se non fossi rimasto sconvolto e momentaneamente paralizzato da una scoperta agghiacciante: tutti i ricoverati, invece di essere squilibrati indigeni, in pratica consistevano in mezzo Partito radicale milanese: passando davanti alla stanza delle donne ho riconosciuto Virginia Fiume, Daria Veronesi, Bruna Colacicco e Orietta Callegari, internata per essere convinta di abitare a Genova, e giunto nella camera maschile mi hanno spiegato le ragioni dei loro ricoveri Federico Valerio Federico (per stato confusionale di nome e cognome), Alessandro Litta Modignani (sindrome da cognome composto) e Lorenzo Strik-Lievers (cognome composto acuito da trattino).

Mancava il paziente appena dimesso ma avrei già dovuto intuire dal busto marmoreo esposto all'ingresso del reparto, in ricordo della sua lunga permanenza, trattarsi dell'altro mezzo genovese psichiatra pazzo Armando Crocicchio. Insomma ho così casualmente scoperto che tutti i radicali che ogni tanto spariscono da qualche sede vengono segretamente internati nei reparti psichiatrici di ospedali distanti centinaia di chilometri, per cui ai devoti seguaci che ripeteranno le mie gesta nelle rispettive città rivolgo un appello a ricostruire insieme una mappa di dove siano finiti Dora Pezzilli (la prima che mi sarei aspettato di trovare qui nella sua regione), Alberto Licheri (certamente non in Sardegna), Mario Staderini (potrebbe essere ovunque tra Ragusa e Bressanone) e così via.

Superato lo sgomento ho prontamente ribattezzato l'operazione "radicali liberi" e dato atto al mio piano col semplice ausilio di un fiammifero acceso sotto un sensore anti-incendio. Immediatamente scattato l'allarme, il personale è accorso ad evacuare gli impazienti pazienti per accompagnarli in cortile, dove c'erano ad attenderli gli alcolisti per tramortire gli infermieri con le bottiglie nel frattempo svuotatesi e subito disperderci ciascuno di noi in tutte le direzioni accompagnando ognuno dei sette compagni meneghini in altrettante osterie degli altrettanti borghi della località friulana. Personalmente ho condotto Daria Veronesi (era stata fatta internare su pressione di Pannella in persona per essersi candidata nel PSI di Boselli) nella migliore osteria del centro, e siccome c'è sempre stato un certo feeling tra di noi vi saluto per dedicarmi a palpeggiarla. A rileggerci nel prossimo reparto
Scherzi da prete

Continuo nel mio (di-)vagare nei vari reparti dell'ospedale friulano di omessa località, un viaggio che cominciato dalla fine (l'obitorio del post precedente) procede a ritroso e quindi fa tappa nella vicina chiesetta interna al nosocomio, una piccola cappella rettangolare dove ai lati dell'altare sono ricavate delle stanzette che fungono da mini-sacrestia dalla quale appropriarsi indebitamente di indumenti e paramenti sacri quale fase preliminare dell'avventurosa operazione che confido i miei devoti seguaci vogliano anch'essi intraprendere in ogni struttura socio-sanitaria della repubblica. Si fa quindi una veloce tappa dentro a una di quelle stanzette presenti ad ogni piano in tutti i reparti e riconoscibili dalla scritta MAGAZZINO SPORCO sulla porta. Avremo modo più avanti di approfondire lo spinoso tema delle diverse interpretazioni attribuibili al significato delle scritte sulle porte dei reparti ospedalieri, ma per adesso l'importante è introdurvisi per dotarsi anche di un camice medico, bianco o verde secondo gusti personali e/o la moda del momento, basta che sia veramente molto sporco di sangue, mentre per quanto riguarda il terzo coordinato di abbigliamento necessario, ovvero capi troieschi scollati e semitrasparenti, minigonna e tacchi a spillo, ebbene questi non è necessario rubare poiché in quanto miei devoti seguaci di qualunque sesso anatomico li avete prelevati dall'armadio di casa e quindi si trovano già nel baule dell'automobile che avete parcheggiato presso il supermercato più vicino al reparto di alcologia residenziale, davanti al quale vi siete appostati per alcune settimane allo scopo di individuare la sgangherata coppia di pazienti maschio e femmina più brutti e soprattutto anziani dal fisico gracile (poi vedremo il perché), insomma i più devastati da mezzo secolo di alcolismo cronico più un infernale mese di astinenza, che a turno ogni settimana è quotidianamente autorizzata a varcare a piedi per non più di mezz'ora i confini del complesso ospedaliero con l'incarico di approvvigionare gli altri colleghi ricoverati di giornali, dentifrici, sigarette, gratta-e-vinci, grana padano, gratta padano e quant'altro incomprensibilmente non venga ai tapini fornito gratuitamente dal sistema sanitario nazionale.

Trattasi, me ne rendo conto, della fasi preliminari più noiose, ma finalmente è arrivato il momento di entrare in azione, e d'altra parte se hai così tanto tempo da perdere nel leggere questo blog ne faresti miglior uso nell'imitarmi ed entrare nel supermercato per attaccare bottone con i due malcapitati, vittime ma presto anche complici del diabolico piano, per circuirli esibendo casualmente l'ingente quantita di alcolici presente nel tuo carrello ed offrirti di riaccompagnarli in auto all'ospedale, con quei borsoni pesanti. Attenzione al momento più delicato: sono già trascorsi cinque minuti di penoso trascinamento dei derelitti in direzione del supermercato più altrettanti all'interno dello stesso e quindi - nonostante il periodo festivo sia propizio perchè l'apertura domenicale consente di operare nel giorno della settimana più indicato per la ragione che vedremo in seguito -, dei restanti venti minuti devi massimizzare la loro agognata ingestione spirituale in non più degli altri cinque che impiegherai per parcheggiare a destinazione. Fondamentale resistere alla tentazione che ti sorge spontanea di accelerare assunzione ed effetti con l'illusoria scorciatoia della somministrazione per via endovenosa: l'abuso di altre droghe quali i telefoni cellulari insegna che alla guida le mani devono stare ben salde sul volante anziché impegnate con siringhe e lacci emostatici. Invece è importante non badare a spese e andare sul pesante: superalcolici quali grappa qui in Friuli oppure, se possiedi esperienze in organizzazioni quali i servizi segreti o il Partito radicale e te la senti di condurre operazioni clandestine all'estero, vodka a est e whisky a ovest. Soprattutto mantieni la calma, non dimenticare che è domenica perciò c'è meno traffico ed è inoltre il giorno ideale per trovare più affollato il reparto di destinazione. E quale potrà mai essere, nel nostro percorso a ritroso che è partito dall'obitorio per passare dalla cappella e adesso puntare a... Geriatria? Sbagliato. Pronto soccorso? Men che meno: è sicuramente situato al pianterreno mentre tu hai bisogno di un ascensore per indossare gli abiti talari, infilare il ringalluzzito alcolista nel camice insanguinato e negli abiti troieschi la ringallinita intossicata, la quale uscirà per prima annunciando l'immediato arrivo del primario ai numerosi pazienti in attesa, particolarmente doloranti per l'urgenza di soccorso in un giorno che se non fosse festivo li avrebbe invece condotti agli studi privati del loro rispettivi professionisti abituali.

Ecco che hai finalmente capito dove ci troviamo - ovvero nel reparto che effettivamente rappresenta spesso il terzultimo passaggio prima del penultimo in chiesa e quello finale in obitorio -, e dove barcollante con bottiglia in mano tremebonda fa il suo trionfale ingresso nella sala d'aspetto il presunto dentista dell'ambulatorio di odontoiatria, seguito pochi secondi dopo dalla rassicurante figura religiosa della tua augusta persona dotata di aspersorio per l'estrema unzione e, nascosta incastonata nella croce appesa al collo, l'indispensabile microtelecamera per immortalare il conseguente caos e senza la quale sarebbe stato inutile prodigarsi con tanto impegno. Non ripetere pertanto l'unico errore che ho commesso io: dimenticare di accenderla. Pazienza, dagli errori si impara e a maggior ragione hai imparato tu, mio devoto seguace che, se hai rigorosamente rispettato la tabella di marcia dell'operazione, degli ultimi cinque minuti che tramite ascensore-spogliatoio disponi per sorreggendoli ricondurre al loro reparto perfettamente puntuali (anche se non esattamente sobri) i tuoi compagni igienisti anonimi, potrai dedicare qualche istante all'osservazione temporanea di un'altra di quelle indicazioni ospedaliere che tante perplessità filosofiche ci suscitano: stavolta sì, al pronto soccorso, quelle porte semiaperte con la scritta OSSERVAZIONE TEMPORANEA e che nel transitare velocemente davanti alle quali gettiamo dentro un'occhiata fugace, così rispettando con indubbia osservanza quello che è però arduo interpretare se come una semi-esortazione oppure un semi-divieto. E quale altro dubbio porci, infine, se non quello che in conclusione di questo post si pongono tutti i devoti seguaci, rispondendosi unanimemente che certo, è naturale, in considerazione di quanto si è letto qui dentro di recente, il reparto che mi dedicherò a visitare domani non potrà che essere il mio preferito: Psichiatria, o come viene più propriamente definito "Centro Salute Mentale", il cui acronimo lo rende particolarmente interessante anche sui piani giuridico e politico nell'eterno dibattito sulla sua valenza di organo costituzionale. Ma nel dilemma almeno una certezza c'è: come abbiamo testè appurato, di qualunque piano, reparto o palazzo si tratti c'è sempre in ogni caso un magazzino sporco.
Cattive notizie dal Friuli

La prima è che con l'introduzione domani del nuovo orario invernale delle ferrovie è stato soppresso lo storico e romantico treno notturno Venezia-Budapest, via Udine e Vienna, al quale sono legati tanti miei bei ricordi. In verità era limitato alla capitale austriaca quando ci saltai sopra una sera di vent'anni fa per riprendere a tempo pieno l'avventura transnazionale appunto a Budapest e poi sulle strade (ferrate o meno) e dentro ai parlamenti, altri organi istituzionali e numerosi organi sessuali di (in ordine sia cronologico che di importanza nella mia esperienza dei favolosi anni novanta) Sofia, Skopje, Bucarest, Varsavia ed Ankara. Poi per quel treno venne il periodo del vagone ristorante ungherese in stile socialismo reale, dove trascorrere la notte attraversando le alpi con ottimo salame e pessimo tokaj per risparmiare rispetto ai moderni e puliti Schlafwagen austriaci, in stridente contrasto con le squallide cuccette italiane. A un certo punto scomparve il decadente vagone ristorante ungherese e si ridussero progressivamente le carrozze italiane, fino a farne un convoglio sostanzialmente austriaco, che presi per l'ultima volta un recente inverno, senza biglietto, giusto per dormire al caldo. La controllora austriaca era una bella ragazza turca molto comprensiva che non se la sentì di sbattermi fuori nel gelo della vibrante Tarvisio by night, e neppure mi lasciò dormire... Da allora, quando talvolta mi è capitato di trovarmi la sera nelle stazioni di Conegliano o Pordenone, ho aspettato quel treno per vedere se per caso fosse in servizio la bella mora e quindi si affacciasse da una porta del treno per prontamente zomparci, zomparle sopra. Ma apprendo ora con mestizia che causa soppressione del servizio non la rivedrò mai più...

E con non meno mestizia apprendo sempre dal Messaggero veneto di oggi (che si chiama così ma è il quotidiano di Udine) del suicidio per depressione di Antonella B., 27-enne di una località friulana della quale ho visitato ieri l'obitorio per ammazzare il tempo in attesa del mio psichiatra in un edificio ospedaliero attiguo. A chi avesse eventuali curiosità circa la mia macabra curiosità risponde lo psichiatra stesso dicendomi di non avere mai avuto pazienti così "dark", questo il termine che ha usato, e ciò all'insaputa del mio piano per farlo assassinare da un'infermiera del suo stesso reparto (servirmi di un altro paziente sarebbe troppo facile). Fatto sta che per adesso, finché è ancora vivo, ho ottenuto il triplice scopo di deprimerlo, ottenerne la prescrizione delle benzodiazepine, e lasciarlo incredulo quando gli ho detto come si chiama (non lo sapeva) la sua collega responsabile dell'obitorio, una squisita signora dai nerissimi capelli lunghi e il trucco pesante come Morticia della famiglia Addams, che mi ha accolto come una guida turistica nella visita alla sala esequie, solo due dei cinque posti della quale erano occupati da un 92-enne per il decesso del quale oso spingermi a presumere cause naturali e da una bella ragazza mora di 27 anni. Come Amy Winehouse, ho considerato con tristezza ma senza eccessivo turbamento e perciò ci ho dormito sopra abbastanza tranquillamente, perché non ne conoscevo ancora la causa della morte, appresa stamane dal giornale locale, né la particolarmente disturbante modalità dell'insano gesto (impiccagione), omessa dal trafiletto ma della quale mi ha informato un'autoctona 81-enne, conosciuta casualmente per strada e locale registro vivente dei suicidi dai tempi dalla guerra di Spagna. Così imparo anche che da queste parti consisterebbe nel Tagliamento il metodo più in voga per i tentativi di togliersi la vita, che per ovvi motivi godrebbero di una maggiore percentuale di successo se il fiume si chiamasse Tagliatesta. Ma quest'ultima, casomai vi fosse sfuggito, è una battutaccia da oligofrenici col mento lombrosianamente sfuggente ripescati vivi dalle tormentate acque.

Beh, seriamente, a questo punto ho provato disagio per avere in qualche modo violato l'esosfera privata della salma di Antonella, sia pure, beninteso, non certo per la morbosità di andare a vedere il cadavere di una suicida, in quanto non potevo sapere cosa (o meglio chi) mi attendesse ieri in obitorio. Ma se vogliamo ragionarci sterilizzando l'elemento emotivo legato alle sua giovane età e circostanze del decesso, anche nel caso dell'uomo accanto a lei, prematuramente stroncato a 92 anni, mettendomi nei suoi panni (cosa che vi assicuro non avere fatto) mi darebbe fastidio essere il mio cadavere esposto a famigliari e amici, figuriamoci a degli sconosciuti obituristi, sia pure non estranei, giacché per me Antonella, come Amy, non potrà mai più essere un'estranea e probabilmente ho scritto questo post per - rendendole omaggio (in inglese si direbbe pagandole rispetto) -, esorcizzare il mio disagio. Insomma, morali della favola: ragione di più per rafforzare la mia convinzione nella cremazione (almeno per quanto riguarda me dopo il trapasso e gran parte della classe politica italiana prima del trapasso) nonché indebolire la mia ostinazione nel leggere il Messaggero veneto di Udine. Concludo con un sorriso per ricompensare della pazienza di essere arrivati fino alla fine del post tutti quelli che stanno aspettando dalla metà del paragrafo precedente di sapere come si chiama la responsabile dell'obitorio: giuro, non è uno scherzo, il suo nome è Dolores. Una donna attraente e concisa nel suo mestiere di porgere le condoglianze agli afflitti congiunti (le basta presentarsi), alla quale ho lasciato il mio numero nel caso qualcuno si facesse vivo.
Le mie consultazioni con Monti e Napolitano.

Da quando uno psichiatra friulano mi ha prescritto il Valium, questo ha avuto un effetto leggermente diverso sui miei deliri onirici rispetto ai precedenti avuti con lo Xanax prescrittomi dal medico di base veneto e che mi aveva procurato inquietanti frequentazioni giornalistiche con Spadaccia e con Suttora, purtroppo però con la costante della spiacevole permanenza persecutoria di quest’ultimo. Infatti è proprio nella lussuosa baita di costui a Madonna di Campiglio che mi ritrovo nel ruolo di maggiordomo durante una festa che ha organizzato per i suoi amici VIP, gentaglia insopportabile che come omaggio al padrone di casa invece di portare una bottiglia si presenta con dei pesanti mobili di cattivo gusto che io e il resto della servitù (nella sua residenza invernale l’inviato di Oggi si permette anche una cuoca e due cameriere) dobbiamo faticosamente scaricare dai bauli dei loro scoreggianti SUV e che poi non vi dico come costoro lascino sporchi i gabinetti della villa con altri doni ricordo (stronzi rappresentativi dei loro ego) sparsi dappertutto peggio che nel cesso di una stazione.

Conclusosi il party con me e la servitù mangiare gli avanzi in cucina, prendo la via del ritorno a valle e arrivo poco prima dell'alba proprio nel cesso della stazione di Conegliano, altrettanto popolata di stronzi, guarda caso proprio verso le 6.30, cioè all’ora in cui gli Eurostar da Udine per Roma e Milano di solito mi svegliano quando dormo lì coi vagabondi prima che alle sette prenda servizio la Polfer per cacciarci via. Ed è proprio qui che incontro Napolitano, accompagnato da un ministro non identificato, in attesa appunto dell’Eurostar per Roma, che però non arriva. Nel prodigarmi ad assistere il presidente della repubblica affinché possa raggiungere la capitale compio anche il gesto eroico di affrontare un ladro che ho visto sfilare il portafoglio dalla borsa del ministro accompagnatore, in verità grazie a un reporter (una volta tanto non era Suttora) testimone della colluttazione, che fotografando la scena spaventa e mette in fuga il ladro, altrimenti il governo del Paese si sarebbe trovato con un altro ministro senza portafoglio.

Ma il fatto più interessante è che mentre prima di usare Xanax e Valium nei pochi sogni che ricordavo la costante molto simbolica era rappresentata dal frustrante elemento dell’ostacolo insormontabile (il che è comprensibile se, come per esempio mi è capitato, pretendevo di girare per Venezia in bicicletta), adesso con le benzodiazepine trovo molti meno ostacoli e men che meno ne ha trovati Napolitano, il quale per la sua età dimostra una straordinaria agilità nel saltare le recinzioni perimetrali della stazione (forse la famosa Costistazione?) e perfino attraversare i binari senza servirsi del sottopassaggio: anche in questa simbolica illegalità (solitamente privilegio dell’inutile Polfer coneglianese) sorge spontanea la tentazione di analogie politiche, ma tralascerò il disquisirne per tornare al problema principale, legato a un altro elemento simbolico sempre presente dei miei sogni anche pre-benzodiazepinici: i mezzi di trasporto, sia che si tratti di biciclette a Venezia o di voli con Pannella che non decollano quasi mai, viaggiando per centinaia di miglia in autostrada o, le rare volte che si staccano dal suolo è per muoversi nettamente in verticale, sia in ascesa a razzo che in discesa a precipizio, e di questa bipolarità aviopolitica lascio l’ovvia interpretazione agli psicobanalisti per tornare al problema di Napolitano.

Infatti l’Eurostar per Roma non vuole saperne di arrivare e perciò, fattosi ormai l’orario d’ufficio, mi viene la brillante idea di accompagnarlo alla più vicina agenzia di viaggi per metterlo su un Alitalia da Venezia, ed è solo a questo punto che all’illustre vegliardo sovviene di essere il comandante in capo, tra le altre cose, dell’aeronautica militare, per cui scortati al Marco Polo da un convoglio di altri suoi dipendenti locali (i carabinieri) potrò finalmente imbarcarlo, in nome di rigore ed equità, su uno scassato DC9 degli anni sessanta dal quale, giuro, scende in arrivo da Roma il primo ministro Monti. Ne converrete, abbiamo un governo letteralmente da sogno, se le massime cariche istituzionali si preoccupano di riempire i voli di stato sia all’andata che al ritorno, laddove fino a poche settimane fa perfino i consiglieri di circoscrizione si facevano precedere da un cargo di Maserati corazzate e seguire da un jumbo di puttane siliconate.

Pardon, "escort".

Fatto sta che anche Monti è in visita ufficiale a Conegliano per inaugurare un supermercato, ma prima una sala giochi dove mi insegna a inserire nel flipper la monetina attaccata al chewing-gum per poi poterla recuperare a fine partita, e io in cambio gli insegno a usare le vecchie 500 lire invece della moneta da due euri per il carrello del supermercato. In cambio nel vero senso della parola, questo ritorno alla lira con un tasso molto favorevole equivalente a 26 centesimi contro due euri per appropriarsi indebitamente di un carrello che tra l’altro, trattandosi di un hard-discount e grazie alla liberalizzazione delle farmacie, possiamo riempire di Xanax che costa meno del Tavernello e di Valium più conveniente della Ceres.

Ed è a questo punto, mentre con Monti e un paio di vagabondi spingiamo i carrelli lungo l’argine del fiume Monticano (se Milano avesse il Monticano sarebbe una piccola Conegliano), che il bel sogno viene interrotto dal risveglio senza che io abbia potuto appurare se la superiorità del Valium rispetto allo Xanax sia dovuta alle proprietà farmacologiche delle rispettive molecole o semplicemente al mio pregiudizio per cui i friulani come lo psichiatra del Valium mi sono sempre stati più simpatici dei veneti antipatici come il medico dello Xanax. Non mi resta che provare ad assumerli insieme per sognare cosa deciderà per me Angela Merkel, nella speranza che per una volta tanto Suttora stia fuori dalle mie palle oniriche e invece di trattarmi come un maggiordomo magari vada ad intervistare Sarkozy per tenerlo impegnato mentre io me la spasso con Carlà (tanto se canta la soffoco con un cuscino), Monti nuota con la Merkel e Napolitano vola via con Pannella...